I vostri pittori preferiti

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-Hizashi-
view post Posted on 31/8/2007, 20:28




Beh il titolo parla da sè.
Qui parliamo dei pittori che preferiamo, di tutte le epoche, di tutte le correnti, possibilmente spiegando cosa nei quadri vi rapisce o perchè lo reputate un grande, e magari commentando (senza offende, ovvio) i post degli altri. Inoltre, qualora voleste postare la foto di un opera, vi chiedo gentilmente di upparla qui e di postarla in thumbnail (cioè la versione piccina dell'immagine) in modo da non intasare il topic con immagini enormi (e pesanti asd) e rendere più agile la visione delle pagine.
A voi la parola ^^
 
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.°*°.Madoka.°*°.
view post Posted on 3/9/2007, 14:28




ahhhh senza dubbo turner e monet

geni, dal animo sensibile e leggero cme piccole foglie cadute in un torrente.

TURNER:

Biografia

William mostrò un grande interesse per l'architettura, ma fu consigliato di proseguire i suoi studi nel campo della pittura, studiando il paesaggio classico di Claude Lorain e Nicolas Poussin, ma guardando alla coeva pittura di paesaggio, in cui si tendeva a trasfigurare il dato reale in una visione più lirica e personale.

Un suo acquerello fu accettato alla mostra estiva della Royal Academy dopo un solo anno di studio presso tale scuola. Il primo quadro ad olio lo esibì nel 1796.

Del 1797 circa è La fornace da calce a Coalbrookdale, ora conservato allo Yale Center for British Art di New Haven, in cui immerge la fabbrica in un'atmosfera vagamente demonica, resa tale dai violenti contrasti di luce, che trasformano l'industria in un luogo che sprigiona un fascino inquietante.

Attività artistica [modifica]
La valorosa Téméraire
La valorosa Téméraire

Utilizzò la tecnica dell'aquerello poiché con la sua fluidità e semplicità di stesura gli permise di catturare sensazioni immediate.

Turner è affascinato dal rapporto drammatico tra uomo e natura e dallo scenarsi degli elementi e allo stesso tempo vedeva le macchine e le industrie come dei mostri che infestano la natura. Ha una pennellata potente e impetuosa, tralascia i particolari.

Il giudizio di Monet [modifica]

Claude Monet rimase impressionato dalle qualità pittoriche di Turner, quando nel 1870 vide per la prima volta i suoi quadri durante un soggiorno a Londra. Nel suo stile infatti era riscontrabile un'anticipazione dei temi dell'impressionismo. Tuttavia dopo diversi anni Monet mutò giudizio, facendo una dichiarazione piuttosto ingenerosa:


Collabora a Wikiquote « In passato ho amato molto Turner, oggi lo amo molto meno »

Collabora a Wikiquote « Perché? »

Collabora a Wikiquote « Non ha disegnato abbastanza il colore e ne ha messo troppo; l'ho studiato bene. »


(1918)

Pioggia, vapore e velocità


* Pescatori in mare (1796)
* La quinta piaga d'Egitto (1800)
* Il castello di Dunster da nord-est (1800 cr.)
* Giasone (1802)
* Navi che accostano per l'ancoraggio (1802)
* Veduta dal chiostro della cattedrale di Salisbury (1802 cr.)
* Il molo di Calais (1803)
* Il ponte del Diavolo al San Gottardo (1803-1804)
* Il naufragio. Barche da pesca che tentano di salvare l'equipaggio (1805)
* La battaglia di Trafalgar (1806-1808)
* Un maniscalco di campagna (1807)
* Sole nascente nella foschia (1807)
* Londra (1809)
* Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi (1812)
* Mattino gelido (1813)
* Il guado del ruscello (1815)
* Didone costruisce Cartagine. L'ascesa dell'Impero cartaginese (1815)
* Roma vista dal Vaticano: Raffaello accompagnato dalla Fornarina prepara i dipinti per la decorazione della loggia (1820)
* Mortlake Terrace, residenza di William Moffatt (1827)
* A music party, East Cowes Castle (1827 cr.)
* Il canale di Chichester (1828 cr.)
* Il parco di Petworth con la chiesa di Tilington in lontananza (1828 cr.)
* Regolo (1829-1837)
* Ulisse schernisce Polifemo (1829)
* Spiaggia di Calais con la bassa marea: pescatrici che raccolgono le esche (1830)
* La stella della sera (1830 cr.)
* Helvoetsluys: la "Città di Utrecht" prende il mare (1832)
* Il ponte dei sospiri, il palazzo Ducale e la Dogana a Venezia: Canaletto dipinge (1833)
* L'incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni (1835)
* Trasportatori di carbone su chiatte che scaricano di notte (1835)
* Venezia dal portico della Madonna della Salute (1835)
* Norham Castle: alba (1835-1840)
* Il congedo di Ero e Leandro (1837)
* Bufera di neve, valanga e inondazione (1837)
* Italia moderna. I "pifferai" (1838)
* La valorosa Téméraire (1838-1839)
* Roma antica: Agrippina sbarca con le ceneri di Germanico (1839)
* Venezia dal Canale della Giudecca (1840)
* Mercanti di schiavi che gettano in mare i morti e i moribondi (1840)
* L'alba della Cristianità (fuga in egitto) (1841)
* Pace. Esequie in mare (1842)
* Tempesta di neve, battello a vapore al largo di Harbour's Mouth (1842)
* La dogana, San Giorgio e le Zitelle della gradinata dell'albergo Europa (1842)
* Il sole di Venezia tramonta nel mare (1843)
* Ombra e tenebre. La sera del Diluvio (1843)
* Luce e colore (la teoria di Goethe) (1843)
* Pioggia, vapore e velocità (1844)
* Boe per la segnalazione di un naufragio (1845? - ridipinto nel 1849)

Musei
La Battaglia di Trafalgar (1806)


Elenco dei musei che espongono opere dell'artista:

* National Gallery di Londra
* Tate Gallery
* Victoria and Albert Museum
* Bury Art Gallery and Museum
* National Maritime Museum di Greenwich
* Walker Art Gallery di Liverpool
* Petworth House
* Ulster Museum di Belfast
* Glasgow City Art Gallery
* Kunsthelle di Zurigo
* Indiana University Art Museum di Bloomington
* Museum of Fine Arts di Boston
* The Art Institute di Chicago
* Philadelphia Museum Of Art
* Museum of Art di Indianapolis
* Pierpoing Morgan Library di New York
* The Metropolitan Museum of Art di New York
* National Gallery di Washington
* Museo Santa Giulia di Brescia mostra dal 28 ottobre 2006 al 25 marzo 2007


QUI TROVERETE ALCUNE SUE OPERE : GOOGLE IMMAGINI

MONET

Biografia

La formazione artistica

Nasce a Parigi, in rue Laffitte 45, secondo figlio di Claude Auguste, proprietario di una drogheria, e di Louise Justine Aubry. La famiglia Monet si trasferisce nel 1845 a Le Havre dove il padre inizia a gestire un negozio di drogheria e di forniture marittime insieme con il cognato Jacques Lecadre. A quindici anni comincia a disegnare, a matita e carboncino, e a vendere caricature, alla buona somma di 10 o 20 franchi l'una, di personaggi della città, acquistando una certa fama e un discreto gruzzolo.

Nel 1856 studia disegno con Jacques François Ochard, insegnante nella scuola frequentata da Monet e allievo di David, e conosce il pittore Eugène Boudin, il suo vero, primo maestro, che gli insegna come ogni cosa dipinta sul posto abbia sempre una forza, un potere, una vivacità di tocco che non si ritrovano più all'interno dello studio; lo indirizza così alla pittura del paesaggio en plein air; con lui, espone a Rouen la sua prima tela, Veduta di Rouelles.

Monet scriverà poi che Boudin "con instancabile gentilezza, intraprese la sua opera di insegnamento. I miei occhi finalmente si aprirono e compresi veramente la natura; imparai al tempo stesso ad amarla. L'analizzai con una matita nelle sue forme, la studiai nelle sue colorazioni. Sei mesi dopo [...] annunciai a mio padre che desideravo diventare un pittore e che mi sarei stabilito a Parigi per imparare".
Colazione sull'erba, 1865, Parigi, Musée d'Orsay
Colazione sull'erba, 1865, Parigi, Musée d'Orsay

Nel gennaio 1857 muore sua madre. Il padre di Monet fa richiesta al Municipio di Le Havre, nel marzo 1859, di una borsa di studio che permetta a Claude di studiare a Parigi. Non la ottiene ma, grazie ai suoi risparmi, Claude in maggio parte ugualmente per la capitale, per studiare nell'Académie Suisse, al Quai des Orfèvres, dove non ci sono insegnanti ma solo modelli. Qui ha modo di conoscere Delacroix, Courbet e Pissarro, col quale va spesso a mangiare alla Brasserie des Martyrs, frequentata dai pittori realisti oltre che da Baudelaire e dal critico Duranty, prossimo sostenitore degli impressionisti sulle colonne della Gazette des Beaux-Arts.

Frequentando anche il Café Guerbois vede Manet e nei Salons conosce Constant Troyon, pittore della Scuola di Barbizon, che lo apprezza e gli consiglia di approfondire lo studio del disegno alla scuola di Couture. Non ascolta quel consiglio, e segue in particolare la pittura del paesaggista Daubigny; il 24 maggio 1860 pubblica nella rivista Diogène la sua ultima caricatura, quella di Lafenière, un noto attore dell'epoca. In ottobre è chiamato a prestare servizio militare, previsto in sette anni, a meno che, secondo le regole del tempo, non si trovi un sostituto che lo svolga al posto suo. Nel Reggimento dei Cacciatori d'Africa, è ad Algeri nel 1861, affascinato dalla luce e dai colori di quei luoghi.

Ammalato, nel 1862 torna in licenza di convalescenza a Le Havre e qui dipinge insieme con il suo maestro Boudin e con Johan Barthold Jongkind, appena conosciuto casualmente. Importante è per Monet l'esempio di questo pittore olandese che, all'aperto, si limita a riprodurre il paesaggio in schizzi e acquerelli, per definirli sulla tela nello studio, conservando tuttavia la freschezza della prima osservazione e un vivo senso del colore.

Monet non ama e non s'interessa ai classici dell'arte, tanto da non entrare quasi mai al Louvre; la sua cultura artistica è limitata ma trasforma quel che dovrebbe essere un difetto nel vantaggio di guardare alla natura - l'unica fonte della sua ispirazione - senza precostituite impalcature mentali, abbandonandosi all'istinto della visione che, quando è immediata, ignora tanto il rilievo degli oggetti quanto il chiaroscuro, frutto dell'applicazione al disegno di scuola; pur ammirando i realisti Corot e Courbet, non li imita; eliminando la plasticità delle cose, le rappresenta nell'immediatezza della loro apparenza sulla retina dell'occhio: e l'apparenza della cosa non è più la realtà della cosa.

Il padre, intanto, riesce a pagare chi sostituisca nel servizio militare il figlio, che così torna a Parigi, a studiare nell'atelier di Charles Gleyre, un pittore neoclassico, frequentato anche da Renoir, Sisley e Bazille. È di quest'anno il suo primo dipinto importante, i Trofei di caccia, all'Orsay di Parigi, una natura morta che guarda alla classica pittura olandese; anche nella Fattoria normanna, del 1863, è rilevante l'influsso della pittura olandese, oltre all'esempio di Boudin e Jongkind.
Donne in giardino, 1866, Parigi, Musée d'Orsay
Donne in giardino, 1866, Parigi, Musée d'Orsay

Insieme con Bazille, dalla finestra della casa di un amico comune in rue Furstenberg, guarda lavorare nello studio di fronte Delacroix, il suo attuale maestro spirituale. Nell'estate del 1864 si stabilisce a Honfleur con Bazille, col quale e con Boudin e Jongkind, dipinge paesaggi e marine.

Un violento litigio con il padre ha per conseguenza la perdita di ogni aiuto economico: torna così a Parigi alla fine dell'anno. Qui, l'anno dopo, per la prima volta è ammesso al Salon con due sue marine, Il molo a Honfleur e La foce della Senna a Honfleur; di quest'ultima, il critico Paul Mantz scrive nella Gazette des Beaux-Arts che "non la dimenticheremo più. Eccoci interessati a seguire nei suoi tentativi futuri questo sincero autore di marine", lodando la sua maniera ardita di vedere le cose. Ė ispirato da un'analoga composizione di Jongkind, dipinta dall'artista olandese nello stesso luogo e nello stesso anno: se il colore è quello di Courbet, peculiari di Monet sono i tocchi fitti e rapidi sull'acqua e le pennellate spesse nella rappresentazione delle nuvole.

Trasferitosi in una pensione di Chailly, nei pressi del bosco di Fontainebleau, comincia a lavorare alla Colazione sull'erba, ispirata all'analogo, famoso dipinto di Manet. L'intenzione è di dipingere una grande tela di sei metri per cinque; posano per lui la sua intima amica Camille Doncieux e Bazille, l'uomo sdraiato a destra, mentre il personaggio seduto in primo piano potrebbe essere il pittore Lambron o Courbet. Il dipinto non piace a Courbet e Monet lo lascia, incompiuto, come pegno per il pagamento della pensione. Lo riprenderà nel 1884 in cattive condizioni: tagliato in due parti, è conservato al Musée d'Orsay; ne esiste una replica, di piccole dimensioni e con varianti rispetto alla prima versione, eseguita nel 1866 e ora al Museo Puškin di Mosca. Anche qui mantiene il colorito di Courbet, ma l'effetto del dipinto è di una scioltezza che manca in Courbet ed è più immediata che in Manet.

Verso una nuova visione

Nel 1866 presenta al Salon di Parigi due tele, il ritratto di Camille in abito verde, un interno che ottiene l'approvazione di Émile Zola e di Édouard Manet, e Saint Germain l'Auxerrois, dipinto da una terrazza del Louvre, dove protagonista è il brillare della luce nelle foglie degli alberi.

Inizia a dipingere all'aperto Donne in giardino, dove Camille è l'unica modella delle quattro donne rappresentate nel dipinto; rifiutato l'anno dopo dal Salon, gli viene comprato da Bazille per 2.500 franchi; tornato molti anni dopo in possesso di Monet, lo venderà nel 1921 allo Stato francese per 200.000 franchi. Una ripresa fotografica del giardino gli ha suggerito la profondità dello spazio ma Monet è interessato soltanto ai piani e ai colori: eliminato anche il rilievo, il risultato dà nel mosaico, perché ai colori mancano gli effetti di tono e la luce non vibra nella penombra e non penetra le figure e gli oggetti.
La Grenouillière, 1869, New York, Metropolitan Museum
La Grenouillière, 1869, New York, Metropolitan Museum

Nel giugno 1867 lascia momentaneamente Camille, che da lui aspetta un figlio, per andare ad abitare a Sainte-Adresse con la zia; l'8 agosto nasce il figlio Jean e Monet va a Parigi, abitando con Renoir e Bazille. Nel 1868 espone al Salon la Nave che lascia il porto di Le Havre; si trasferisce con Camille e il figlio prima a Fécamp e poi a Étretat per sfuggire ai creditori; arriva a tentare il suicidio nel giugno: è aiutato da Renoir e dal mercante Gaudibert, che gli compra delle tele, gli commissiona il ritratto della moglie e gli procura una casa a Saint-Michel, presso Bougival, sulla Senna, dove abita insieme con Renoir.

Qui, in riva alla Senna, dipingono entrambi gli effetti della riflessione della luce sull'acqua; ne La Grenouillère - lo stagno delle rane - uno stabilimento balneare di Bougival, le rapide e decise pennellate che accostano le differenze tonali e cromatiche realizzano una superficie liquida dinamica ed evidenziano i contrasti di luce e di ombra ma l'eccesso di nero utilizzato da Monet impedisce ancora di ottenere trasparenza dalle ombre; lo sfondo, malgrado l'intensa colorazione verde-oro del fogliame, manca di vibrazioni luminose e non riesce ad raccordarsi in una visione unitaria con la centralità del dipinto.

Il 26 giugno 1870 sposa Camille e la famiglia si trasferisce a Trouville, in Normandia; scoppiata la guerra con la Prussia, per evitare il richiamo alle armi, va a Londra, dove ritrova Daubigny e Pissarro, con i quale dipinge, visita i musei londinesi, interessandosi alle opere di Turner e Constable, e conosce l'importante mercante d'arte francese Paul Durand-Ruel, che ha una galleria d'arte in New Bond street. Il 17 gennaio 1871 muore suo padre.

Finita la guerra, torna in Francia passando per l'Olanda, dove resta affascinato dal paesaggio e dove compera molte stampe giapponesi di Horunobu, Hokusai e Hiroshige. A Parigi è informato della morte in guerra di Bazille e va a trovare in carcere Courbet, accusato di simpatie comunarde. Nel 1871, si stabilisce ad Argenteuil, vicino Parigi, in una casa con giardino davanti alla Senna, presa in affitto grazie ad una raccomandazione di Manet, in una casa con giardino di proprietà della vedova del notaio Aubry. Poco tempo dopo allestirà, su una barca cabinata, uno studio galleggiante, che rappresenterà nel 1874 nel Battello, ora al Rijksmuseum di Otterloo. Conosce il pittore dilettante e collezionista d'arte Gustave Caillebotte; grazie anche all'eredità paterna, può permettersi di vivere in modo confortevole.

La nascita dell'Impressionismo
Impressione, sole nascente, 1872, Parigi, Musée Marmottan


Il 15 aprile 1874 s'inaugura, nello studio del fotografo Nadar, al secondo piano del 35 di boulevard des Capucines, la mostra del gruppo Societé anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs, composto, fra gli altri, da Monet, Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley, polemici nei confronti della pittura, allora di successo, accettata regolarmente nei Salons. Monet vi presenta la tela, dipinta due anni prima, Impressione, sole nascente; il critico Louis Leroy prende spunto dal titolo del quadro per definire ironicamente impressionisti il gruppo dei pittori.

Scrive Leroy che fu una giornata tremenda quella in cui osai recarmi alla prima sul boulevard des Capucines insieme con Joseph Vincent, paesaggista, allievo di Bertin, premiato sotto diversi governi. L'imprudente era andato lì senza pensarci, credeva di vedere della pittura come se ne vede ovunque, buona e cattiva, più cattiva che buona, ma che non attentasse ai buoni costumi artistici, al culto della forma, al rispetto dei maestri. Ah, la forma! Ah, i maestri! Non ne abbiamo più bisogno, mio povero amico! Tutto questo è cambiato.

In compenso, un altro critico contemporaneo, Jules Castagnery, accettando il neologismo di impressionisti, scrive che questi pittori "sono impressionisti nella misura in cui non rappresentano tanto il paesaggio quanto la sensazione in loro evocata dal paesaggio stesso. E proprio questo termine è entrato a far parte del loro linguaggio [....]. Da questo punto di vista hanno lasciato alle loro spalle la realtà per entrare nel regno del puro idealismo. Quindi la differenza essenziale tra gli impressionisti e i loro predecessori è una questione di qualcosa in più e qualcosa in meno dell'opera finita. L'oggetto da rappresentare è lo stesso ma i mezzi per tradurlo in immagine sono modificati [....]".
Vela sulla Senna ad Argenteuil, 1873, Collezione privata
Vela sulla Senna ad Argenteuil, 1873, Collezione privata

Ė certamente Turner ad avergli suggerito come dissolvere la forma mediante il colore: fondendo il mare e il cielo così da annullare l'orizzonte, rese ombre grigie le navi dello sfondo, il paesaggio, divenuto, nell' immediata impressione visiva del pittore, un insieme di forme vaghe, dà all'osservatore di quella impressione riportata sulla tela un'emozione suggestiva e indefinita.

Sono questi gli anni in cui Monet dà il meglio di sé: nella Vela sulla Senna ad Argenteuil scompaiono i contrasti di tono, che si mutano in passaggi tonali ottenuti non fondendo ma accostando le tinte, fra le quali non è utilizzato il nero, ma le ombre vengono ricavate accentuando l'intensità del tono.

"La rappresentazione dello spazio, non articolata, senza piani precisi, unisce il vicino e il lontano. Viola e gialli sono nell'azzurro dell'acqua come del cielo, eppuro il loro tono diverso distingue la sostanza liquida dall'eterea, in modo da costruire lo specchio del fiume come base del cielo. La prospettiva geometrica è abbandonata per rivelare la fluenza infinita della vita atmosferica. Ciascun colore è attenuato, ma il loro insieme è intenso, per rivelare la contemplazione del giorno che muore infocato all'orizzonte, mentre la gran vela si raffredda in penombra grigia. Ė la contemplazione del visionario che partecipa alla vita della luce, al suo lento morire al tramonto, al suo diffondere su tutta la natura un velo di malinconia" (Venturi).

Il Ponte di Argenteuil, del 1874, un tema dipinto da molti impressionisti, è una composizione equilibrata, classicamente ritmata: gli alberi delle barche richiamano i piloni del ponte e la vela arrotolata, la sponda; l'azzurro dell'acqua in primo piano richiama l'azzurro del cielo mentre i verdi e i gialli vibrano nell'acqua come nella riva e negli alberi del fondo.
Il ponte di Argenteuil, 1874, Parigi, Musée d'Orsay
Il ponte di Argenteuil, 1874, Parigi, Musée d'Orsay

Il 24 marzo 1875 il gruppo degli impressionisti organizza una vendita collettiva di dipinti che, malgrado il basso prezzo dell'offerta, non ha successo; Monet è nuovamente in difficoltà economiche, malgrado gli aiuti di Caillebotte e di Manet. Anche una seconda mostra, tenuta l'anno seguente, dove Monet presenta 18 tele, si rivela un fallimento. Nell'estate conosce il ricco finanziere e collezionista Hoschedé, del quale diviene amico e allaccia una relazione con la moglie di questi, Alice.

Ė il periodo in cui i critici d'arte si pongono con serietà il problema di una corretta comprensione del fenomeno impressionista: per Paul Mantz l'impressionista è "l'artista sincero e libero che, rompendo con i procedimenti di scuola, con i raffinamenti alla moda, subisce, nell'ingenuità del suo cuore, il fascino assoluti che promana dalla natura e traduce, con semplicità e con la maggiore franchezza possibile, l'intensità dell'impressione subìta; per Duranty, "la scoperta degli impressionisti consiste propriamente nell'aver riconosciuto che la grande luce scolora i toni, che il sole riflesso dagli oggetti tende, per forza di chiarezza, a ricondurli a quella unità luminosa che fonde i setti raggi prismatici in un unico sfavillìo incolore, che è la luce. D'intuizione in intuizione, a poco a poco sono arrivati a decomporre la luce solare nei suoi raggi, nei suoi elementi, e a ricomporre la sua unità attraverso l'armonia generale delle iridescenze che essi spandono nelle tele".

Nel 1877 il gruppo fonda il giornale L'impressioniste, rivendicando il rifiuto di dedicarsi a temi pittorici allora maggiormente in voga, come quelli storici e di genere e affermando che ciò che distingue dagli altri pittori gli impressionisti è che essi trattano un soggetto per i valori tonali e non per il soggetto in se stesso.

Ė anche l'anno in cui Monet dipinge una serie di vedute, in ore e luci diverse, e in differenti angolature, della stazione parigina di Saint-Lazare, moderna costruzione in ferro e vetro, uno dei maggiori simboli della modernità. Scrive Zola che "vi si sente lo sferragliare dei treni che arrivano veloci, si vedono le zaffate di fumo che roteano sotto i vasti hangars. Oggi la pittura è là, in quegli ambienti moderni con la loro bella grandezza. I nostri artisti devono scoprire la poesia delle stazioni come i loro padri scoprirono quella delle foreste e dei fiumi".
La Gare Saint-Lazare, 1877, Chicago, Art Institute
La Gare Saint-Lazare, 1877, Chicago, Art Institute

Qui, oltre a riferimenti al Turner, scoperto a Londra, della Pioggia, vapore e velocità, appare anche l'interesse di Monet per soggetti fumosi, nebbiosi, di consistenza incerta - a dispetto della poderosa struttura metallica della stazione e della minacciosa solidità delle locomotive - e di difficile resa, come se volesse ribadire che la realtà stessa è di dubbia interpretazione e non esiste un modello definito per sempre per la sua decifrazione.

Il metodo di lavoro di Monet, nel riprodurre lo stesso soggetto in diverse ore della giornata, è stato descritto da Maupassant, che lo vide dipingere a Étretat "cinque o sei tele raffiguranti lo stesso motivo in diverse ore del giorno e con diversi effetti di luce. Egli le riprendeva e le riponeva a turno, secondo i mutamenti del cielo. L'artista, davanti al suo tema, restava in attesa del sole e delle ombre, fissando con poche pennellate il raggio che appariva o la nube che passava [....] Io l'ho visto cogliere così un barbaglio di luce su una roccia bianca e registrarlo con un fiotto di pennellate gialle che stranamente rendevano l'effetto improvviso e fuggevole di quel rapido e innafferrabile bagliore. Un'altra volta vide uno scroscio d'acqua sul mare e lo gettò rapidamente sulla tela: ed era proprio la pioggia che riuscì a dipingere".

Monet si trasferisce nel 1878 a Parigi, in rue d'Edimbourg, dove nasce nel marzo il secondo figlio Michel. Nel giugno, il finanziere Hoschedé dichiara fallimento e la sua famiglia, composta di 5 figli, insieme con quella di Monet, si trasferisce a Vétheuil ma Hoschedé lascia l'anno dopo la famiglia per tornare a Parigi.

Il 5 settembre 1879 Camille, a soli 32 anni, muore di tubercolosi: Monet la riprenderà in un drammatico dipinto, Camille Monet sul letto di morte, ora all'Orsay, confidando di essersi trovato con gli occhi fissi sulla sua tempia tragica, nell'atto di cercare meccanicamente il succedere, l'imporsi del degradare del colorito conferito dalla morte all'immobilità del volto: toni azzurri, gialli grigi, che so?.

Nel 1880 manda due tele al Salon - una sola sarà accettata - e questo suo gesto indispone Degas, che lo accusa di sfrenata réclame; Monet risponderà indirettamente riaffermando di continuare a essere un impressionista ma di vedere solo raramente i miei confratelli, uomini e donne. La chiesetta è divenuta una scuola banale che apre le sue porte al primo imbrattatele: sembra che volesse riferirsi a Gauguin. Monet non partecipà più alle mostre collettive degli altri impressionisti che continueranno a essere organizzate fino al 1886.
Barche sulla spiaggia a Étretat, 1883, Parigi, Musée d'Orsay


Zola arriva a pensare che l'impressionismo sia finito:"la grande disgrazia è che nessun artista ha realizzato, potentemente e definitivamente, la nuova formula che tutti loro apportano, sparsa nelle loro opere. La formula vi è divisa all'infinito, ma nessuna parte, in ciascuno di loro, la si trova applicata da un maestro". Lo scrittore sembra non comprendere che un autentico impressionista non può evidentemente avere un maestro pittore da imitare, ma in compenso percepisce che la crisi dell'impressionismo è iniziata.

Nelle sale della rivista La vie moderne, il 7 giugno 1880 Monet espone con successo 18 tele. Dipinge soprattutto sulle coste della Normandia, a Fécamp, Dieppe, Pourville, Le Havre, Étretat. Il 15 febbraio 1881 offre dei quadri al mercante Paul Durand-Ruel, e si lega commercialmente con lui che paga bene e accetta da Monet qualunque tela.

Proseguendo nel programma che si era dato dipingendo la stazione Saint-Lazare, Monet progetta una serie di tele con il medesimo soggetto ripreso in diverse stagioni e in ore diverse del giorno, quasi a voler realizzare quel che lo scrittore Ernest Chesneau, nel suo romanzo La chimera, aveva immaginato nel 1879: "Otterrò la varietà dalla stagione, dall'ora del giorno, dalla temperatura, dal vento, dalla pioggia, dal caldo, dal freddo, dal mattino, dal pomeriggio....tutte queste sfumature dell'anno dovranno precisarsi con un'esattezza così viva, nella luce del quadro, che un qualunque passante dovrà esclamare ammirato: toh, è mezzogiorno!".

Nel marzo 1883, dopo aver tenuto un'importante mostra, si trasferisce con Alice e la famiglia a Giverny, in Normandia, affittando un casolare alla confluenza del fiume Epte con la Senna: organizza un giardino e costruisce un hangar per le sue barche che utilizza per dipingere sull'acqua; in quei giorni, il 30 aprile, muore Manet.

Oltre l'impressionismo

Bordighera, 1884, Chicago, Art Institute

A dicembre va con Renoir per un breve soggiorno a Bordighera; rientrato a Giverny, a gennaio riparte ancora per Bordighera da solo perché, come scrive a Durand-Ruel, come mi è stato piacevole fare il viaggio da turista con Renoir, così sarebbe per me imbarazzante farlo in due per lavorare; ho sempre lavorato meglio in solitudine e secondo le mie sole impressioni; vi si trattiene fino all'aprile del 1884.

Ė in ammirazione di una natura che gli appare esotica, con la luce del Mar Mediterraneo, con le sue palme e la sua acqua blu; scrive ancora a Durand-Ruel, l'11 marzo, che forse farò gridare un po' i nemici del blu e del rosa, per via di questo splendore, di questa luce fantastica che mi applico a rendere; e quelli che non hanno visto questo paese o che l'hanno visto male, grideranno, son sicuro, all'inverosimiglianza, sebbene io sia molto al di sotto del tono: tutto è colore cangiante e fiammeggiante, è ammirevole, e ogni giorno la campagna è più bella e io sono incantato del paese.

Esaspera il colore utilizzando toni puri, rende sommarie le forme ma ne mantiene il volume: scrive ad Alice di fare molta fatica perché non riesco ancora a cogliere il tono del paese; a volte sono spaventato dai colori che devo adoperare, ho paura di essere troppo terribile". In effetti il suo stile è ormai fuori dall'impressionismo e anticipa i Fauves di venti anni.

Torna a Giverny e a Parigi espone 10 tele nella III Esposizione internazionale organizzata dal mercante d'arte Georges Petit, in modo da sottrarsi alla tutela di Durand-Ruel e farsi conoscere da un più ampio circuito di collezionisti; anche negli anni successivi parteciperà alle Esposizioni organizzate da Petit. Dalla fine di 1884, Monet è diventato l'amico del critico di arte e romanziere Octave Mirbeau, che ha contribuito alla sua riconoscenza pubblica ed alla vendita delle sue opere.

Dal 15 maggio al 15 giugno 1886 si tiene a Parigi, organizzata da Petit, quella che è stata definita l'ottava e ultima mostra degli impressionisti; in realtà vi partecipano anche i neoimpressionisti Seurat e Signac, Camille Pissarro, che ora aderisce alle teorie dei pointillistes e Gauguin, che allora si definisce ma non è un impressionista.

Nel maggio 1887 Durand-Ruel - col quale Monet è ora in rapporti freddi - organizza una mostra di impressionisti a New York; l'anno dopo Monet è a Londra; tornato in Francia, gli viene offerta la Legion d'onore che tuttavia rifiuta. Nel giugno 1889 espone nella Galleria di Petit 145 tele in una mostra antologica della sua pittura dal 1864 al 1889; nell'ottobre organizza una sottoscrizione pubblica per acquistare dalla vedova di Manet l' Olimpia da donare allo Stato.
Covoni, 1889, Collezione privata
Covoni, 1889, Collezione privata

Inizia a dipingere, dal 1889 al 1991, la serie dei Covoni, scanditi nel mutare delle stagioni e delle ore; scrive a Gustave Geffroy, nell'ottobre del 1890: "Sgobbo molto, mi ostino su una serie di diversi effetti, ma in questo periodo il sole declina così rapidamente che non mi è possibile seguirlo [....] vedo che bisogna lavorare molto per riuscire a rendere quello che cerco: l'istantaneità, soprattutto l'involucro, la stessa luce diffusa ovunque, e più che mai le cose facili, venute di getto, mi disgustano".

Sempre più indifferente al soggetto, Monet non si preoccupa che le forme siano anche elementari purché gli diano occasione di manifestare il suo interesse per l'irradiazione della luce; non a caso Kandinsky, avendone visto un esemplare a Mosca, ricorderà nel 1913 che, solo abituato alla pittura naturalistica, "per la prima volta mi trovavo di fronte a un dipinto rappresentante un pagliaio, come diceva il catalogo, ma che io non riconoscevo come tale. Questa incomprensione mi turbava, m'indispettiva; trovavo che il pittore non aveva il diritto di dipingere in modo così impreciso; sentivo sordamente che in quell'opera mancava l'oggetto (il soggetto), ma con stupore e sgomento constatavo che non solo mi sorprendeva ma s'imprimeva indelebilmente nella mia memoria e si riformava davanti agli occhi nei minimi particolari [....] La pittura mi apparve dotata di una favolosa potenza e inconsciamente l' oggetto trattato nell'opera perdette, per me, parte della sua importanza come elemento indispensabile".

Esposti presso Durand-Ruel nel maggio 1891, la serie dei suoi Covoni ha successo e le tele vengono anche vendute da Monet direttamente ai collezionisti; la stessa cosa avverrà per la serie dei suoi Pioppi, che vengono presentati il 29 febbraio 1892 ancora presso la Casa Durand-Ruel.
La Cattedrale di Rouen in pieno sole, 1894, Parigi, Musée d'Orsay
La Cattedrale di Rouen in pieno sole, 1894, Parigi, Musée d'Orsay

Ormai ricco, acquista la casa di Giverny e la ristruttura creando il famoso stagno dove coltiverà le ninfee. Morto nel marzo 1891 Ernest Hoschedé, Monet può sposare Alice il 16 luglio 1892; inizia a dipingere la serie delle Cattedrali di Rouen. Con la morte di Caillebotte, il 2 marzo 1894, per testamento la sua collezione di dipinti impressionisti viene donata ai Musei francesi.

Venti delle cinquanta Cattedrali dipinte da Monet a Rouen negli inverni del 1892 e del 1893, e poi completate a Giverny, sono esposte in una mostra nel 1895; il pittore le riprese dal secondo piano di un negozio situato di fronte alla facciata occidentale, col consueto metodo di lavorare a ogni tela nel momento del cambiamento della luce del giorno. L'amico Georges Clemenceau le elogia, scrivendo che Monet "ci ha dato la sensazione che le tele avrebbero potuto essere cinquanta, cento, mille, tante quante i minuti della sua vita; Pissarro scrive che "è l'opera di un volitivo, ponderata, che insegue le minime sfumature degli effetti che non vedo realizzati da nessun altro artista"; per Signac sono "pareti meravigliosamente eseguite"; per Proust, guardando per la prima volte quelle tele nelle quali "si svela la vita di quella cosa fatta dagli uomini, ma che la natura ha ripreso immergendola in sé [....] voi sentite davanti a questa facciata un'impressione confusa ma profonda".

Ma non mancano anche le critiche negative: per Lionello Venturi lo studio della luce nelle serie dei Covoni, come nelle Cattedrali, nelle successive vedute londinesi e infine nelle Ninfee, "è un programma scientifico, ma la realizzazione pittorica rivela tendenze sentimentali. L'espressione dell'inesprimibile, del mistero, di sentimenti così generali che perdono il loro carattere concreto e la loro evidenza artistica, rivela in Monet quel medesimo gusto donde nacque il simbolismo. Qui Monet appare un velleitario, perché quel che rimane in lui di impressionistico gli impedisce di realizzare appieno il nuovo ideale.

La cathédrale de Rouen, façade occidentale, 1894, è una delle più chiare della serie. Blanche parla di «dramma atmosferico». Ma l'opinione più diffusa tra i critici è che le Cattedrali siano il segno più evidente della decadenza creativa di Monet: nelle «Meules» [Covoni] la natura non ha ottenuto una forma, ma la Cattedrale di Rouen ha essa stessa una forma che la pittura di Monet cerca di conservare senza riuscirvi".

Dal gennaio all'aprile 1895 è in Norvegia, a Sandviken, dipingendo fiordi e paesaggi invernali; scrive il 26 febbraio a Geffroy: "sono stupito di tutto quel che vedo in questo meraviglioso paese [....] sono come in un incantesimo, malgrado la perfida alimentazione; e che sangue cattivo mi son fatto per non poter dipingere tutto ciò che volevo!".

Dal gennaio al marzo 1897 è a Pourville, dipingendo una serie di marine, mentre a Stoccolma si organizza una mostra di sue opere; nell'estate, alla II Biennale di Venezia vengono esposte venti sue opere. Nel giugno 1898 viene allestita nella Galleria Petit di Parigi un'esposizione di 61 tele di Monet.

Il 6 febbraio 1899 muore Suzanne Hoschedé, la figliastra che aveva sposato il pittore, allievo di Monet, Théodore Butler; poco dopo, muore Alfred Sisley. In estate, Monet è a Londra, e vi tornerà ancora per tre anni: dal balcone della sua stanza al Savoy Hotel riprende vedute del panorama londinese e del Tamigi; nell'autunno, a Giverny, si dedica a dipingere le ninfee del suo giardino.
Il Parlamento di Londra, 1904, Parigi, Musée d'Orsay
Il Parlamento di Londra, 1904, Parigi, Musée d'Orsay

Trentasette tele con vedute del Tamigi sono esposte nella Galleria Durand-Ruel nel 1904; Monet scrisse di amare la Londra invernale, quando la città diviene una massa, un tutto unico ed è così semplice. Ma più di ogni altra cosa, di Londra mi piace la nebbia.

Più di tante altre opere, le 41 tele complessive del ciclo testimoniano ancora una volta l'uscita di Monet dall'impressionismo verso approdi di visionarietà simbolistica: se il Ponte di Waterloo, del 1902, conservato in una collezione privata, è un grumo di pennellate nere con uno sfondo inquietante di fabbriche fumose avvolte nella nebbia, l'analogo tema ripreso nella tela dell'Ermitage di San Pietroburgo è pressoché illegibile nella rappresentazione di una nebbia assoluta - un manto misterioso - che avvolge tutta la città conferendole, secondo il pittore, una meravigliosa grandiosità. Ė evidente come, da questo suo programma di resa del mistero e del grandioso, l'impressionismo non abbia nulla a che vedere: così è del Parlamento di Londra, del 1904, all'Orsay di Parigi, che scioglie le forme per approdare all'espressione di una deliberata visionarietà.

Dal settembre al novembre 1908 è a Venezia; dice di Palazzo Ducale che l'artista che concepì questo palazzo fu il primo degli impressionisti. Lo lasciò galleggiare sull'acqua, sorgere dall'acqua e risplendere nell'aria di Venezia come il pittore impressionista lascia risplendere le sua pennellate sulla tela per comunicare la sensazione dell'atmosfera. Quando ho dipinto questo quadro, è l'atmosfera di Venezia che ho voluto dipingere. Il palazzo che appare nella mia composizione è stato solo un pretesto per rappresentare l'atmosfera. Tutta Venezia è immersa in quest'atmosfera. Nuota in quest'atmosfera. Venezia è l'impressionismo in pietra. Ritorna a Venezia anche l'anno dopo e continuerà a dipingere a memoria vedute veneziane.

Le Ninfee

Il 19 maggio 1911 muore la moglie Alice; l'1° febbraio 1914 perde anche il figlio Jean - l'altro figlio, Michel, morirà in un incidente d'auto nel 1966 - e la figliastra Blanche si stabilisce con Monet; nella casa di Giverny dispone un nuovo, più grande studio, adatto a contenere i grandi pannelli con la rappresentazione delle ninfee del suo giardino.

"Lavoro tutto il giorno a queste tele, me le passano una dopo l'altra. Nell'atmosfera riappare un colore che avevo scoperto ieri e abbozzato su una delle tele. Immediatamente il dipinto mi viene dato e cerco il più rapidamente possibile di fissare in modo definitivo la visione, ma di solito essa scompare rapidamente per lasciare al suo posto a un altro colore già registrato qualche giorno prima in un altro studio, che mi viene subito posto innanzi; e si continua così tutto il giorno".

Nel 1920 Monet offre allo Stato francese dodici grandi tele di Ninfee, lunga ciascuna circa quattro metri, che verranno sistemate nel 1927 in due sali ovali dell'Orangerie delle Tuileries; altre tele di analogo soggetto saranno raccolte nel Musée Marmottan. "Non dormo più per colpa loro" - scrive nel 1925 - "di notte sono continuamanete ossessionato da ciò che sto cercando di realizzare. Mi alzo la mattina rotto di fatica [...] dipingere è così difficile e torturante. L'autunno scorso ho bruciato sei tele insieme con le foglie morte del giardino. Ce n'è abbastanza per disperarsi. Ma non vorrei morire prima di aver detto tutto quel che avevo da dire; o almeno aver tentato. E i miei giorni sono contati".
Ninfee, 1920, Grenoble, Musée de Beaux-Arts
Ninfee, 1920, Grenoble, Musée de Beaux-Arts

Condannate come un grave errore artistico dal Venturi, sono esaltate dal Brandi, che vede in esse "il quadro da mostrare a chi ricerca il soggetto, il messaggio, la comunicazione: il quadro che fa capire cos'è la pittura o, se non si capisce, la fa ignorare per sempre [....] si assiste come a una continua partenza, quasi le ninfee salissero vorticosamente al cielo sboccando in pioggia di stelle come i bengala. Ed esse sono là, nel languore esaltato di quell'acqua torbida e purissima, in cui nascono di volta in volta i colori più squillanti della tavolozza più ricca che sia mai esistita".

Il ponte giapponese, nelle versioni del 1924 al Musée Marmottan, o La casa dell'artista, dello stesso anno, sono opere ormai astratte, che vengono giustificate non solo da uno specifico programma artistico ma dalla stessa malattia agli occhi che gli impediva di riconoscere l'effettiva tonalità dei colori: scriveva lo stesso Monet che "i colori non avevano più la stessa intensità per me; non dipingevo più gli effetti di luce con la stessa precisione. Le tonalità del rosso cominciavano a sembrare fangose, i rosa diventavano sempre più pallidi e non riuscivo più a captare i toni intermedi o quelli più profondi [....] Cominciai pian piano a mettermi alla prova con innumerevoli schizzi che mi portarono alla convinzione che lo studio della luce naturale non mi era più possibile ma d'altra parte mi rassicurarono dimostrandomi che, anche se minime variazioni di tonalità e delicate sfumature di colore non rientravano più nelle mie possibilità, ci vedevo ancora con la stessa chiarezza quando si trattava di colori vivaci, isolati all'interno di una massa di tonalità scure".

Nel giugno del 1926 gli viene diagnosticato un tumore e il 6 dicembre muore: ai funerali partecipa tutta la popolazione di Giverny.

Quello stesso anno aveva scritto di aver avuto "il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli, e sono desolato di essere stato la causa del nome dato a un gruppo, la maggior parte del quale non aveva nulla di impressionista".

Opere

Il catalogo di Monet comprende almeno 500 dipinti, fra cui:

* Natura morta, Musée d'Orsay di Parigi (1864)
* Colazione sull'erba, Parigi, Musée d'Orsay (1866)
* La terrazza a Sainte-Adresse, Metropolitan Museum of Art di New York (1866)
* Donne in giardino, Parigi, Musée d'Orsay (1866)
* Signora in giardino a Sainte-Adresse, Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo (1867)
* Spiaggia a Sainte-Adresse, Art Institute di Chicago (1867)
* La colazione, Städelsches Kunstinstitut di Francoforte (1868)
* L'Hotel des Roches Noires à Trouville, Musée d'Orsay (1870)
* Spiaggia a Trouville, Wadsworth Atheneum di Hartford (1870)
* Impression, soleil levant, Musée Marmottan Monet di Parigi (1872)
* Regate ad Argenteuil, Parigi, Musée d'Orsay (1872)
* Il bacino di Argenteuil, Parigi, Musée d'Orsay (1872)
* Colazione in giardino, Parigi, Musée d'Orsay (1873)
* I papaveri, Parigi, Musée d'Orsay (1873)
* Riposo sotto i lillà, Musée d'Orsay (1873)
* Lillà al sole, Mosca, Museo Puškin (1873)
* Il carnevale al boulevard des Capucines, Mosca, Museo Puškin (1873)
* Il ponte della ferrovia ad Argenteuil, Parigi, Musée d'Orsay (1874)
* Il ponte di Argenteuil, Neue Pinakothek di Monaco (1874)
* Le barche, regate ad Argenteuil, Parigi, Musée d'Orsay (1874)
* Stada coperta di neve ad Argenteuil, Bridgestone Museum of Art di Tokyo (1875)
* Il ponte ad Argenteuil, National Gallery di Washington (1876)
* Il giardino degli Hoschedé a Montgeron, San Pietroburgo, Ermitage (1877)
* Stagno a Montgeron, San Pietroburgo, Ermitage (1877)
* I tacchini, Parigi, Musée d'Orsay (1877)
* La Gare Saint-Lazare, Cambridge, Fogg Art Museum (1877)
* La Gare Saint-Lazare, Parigi, Musée d'Orsay (1877)
* La rue Montorgueil, Parigi, Musée d'Orsay(1878)
* Veduta di Vetheuil d'inverno, Albright-Knox Art Gallery di Buffalo(1879)
* La torre della Westerkerk ad Amsterdam, Barnes Foundation di Philadelphia (1880)
* La Montalbaantoren ad Amsterdam, Collezione Bührle di Zurigo([[1880)
* Tempo calmo a Pourville, Kunstmuseum di Basilea (1881)
* Lavacourt d'inverno, National Gallery di Londra (1881)
* Dirupo a Dieppe, Kunsthaus di Zurigo (1882)
* La Manneporte, New York, Metropolitan Museum (1883)
* Scogliera a Etretat, Mosca, Museo Puškin (1886)
* Scogli a Belle-Ile, Musée Rodin di Parigi (1886)
* Scogli a Belle-Ile (Le guglie di Port-Coton), Museo Puškin di Mosca (1886)
* Tempesta a Belle-Ile, Parigi, Musée d'Orsay (1886)
* Covone a Giverny, San Pietroburgo, Ermitage (1886)
* Donna con il parasole girata verso sinistra, Parigi, Musée d'Orsay (1886)
* Donna con il parasole girata verso destra, Parigi, Musée d'Orsay (1886)
* La barca blu, Madrid, Collezione Thyssen-Bornemisza (1887)
* La barca a Giverny, Parigi, Musée d'Orsay (1887)
* Prati a Giverny, San Pietroburgo, Ermitage (1888)
* Mattino ad Antibes, Museum of Art di Cleveland (1888)
* Covone presso Giverny, Mosca, Museo Puškin (1889)
* Pioppi sull'Epte, Londra, Tate Gallery (1891)
* La Cattedrale di Rouen, la sera, Mosca, Museo Puškin (1894)
* La Cattedrale di Rouen a mezzogiorno, Mosca, Museo Puškin (1894)
* La Cattedrale di Rouen, primo sole, Parigi, Musée d'Orsay ([[1894)
* La Cattedrale di Rouen, effetti di luce mattutina, Parigi, Musée d'Orsay (1894)
* La Cattedrale di Rouen in pieno sole, Parigi, Musée d'Orsay (1894)
* La Senna a Giverny, Parigi, Musée d'Orsay (1897)
* Ninfee rosa, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (1898)
* Ninfee bianche, Mosca, Museo Puškin (1899)
* Lo stagno delle ninfee, armonia verde, San Pietroburgo, Ermitage (1899)
* Lo stagno delle ninfee, armonia rosa, Parigi, Musée d'Orsay (1900)
* Il Ponte di Waterloo, San Pietroburgo, Ermitage (1903)
* Il Parlamento di Londra, Parigi, Musée d'Orsay (1904)
* Il ponte giapponese, Parigi, Musée Marmottan (1910)
* Autoritratto, Parigi, Musée d'Orsay (1917)
* Vasca con ninfee, Parigi, Musée d'Orsay (1918)
* Ninfee, Museum of Modern Art di New York (1918)
* Ninfee rosa, Parigi, Musée d'Orsay (1918)
* Ninfee blu, Parigi, Musée d'Orsay (1918)
* Le nuvole, Parigi, Musée de l'Orangerie (1926)

Bibliografia

* L. Venturi. Les archives des impressionistes. Paris - New York, 1939.
* C. L. Ragghianti. L’impressionismo. Torino, 1944.
* J. Leymarie. L’impressionisme. Genève, 1964.
* W. C. Seitz. Claude Monet. Milano, 1964.
* L. Venturi. La via dell’impressionismo. Da Manet a Cézanne. Torino, 1970.
* C. G. Argan. L’arte moderna. Firenze, 1971.
* L. Rossi Bortolatto. Monet 1870 – 1889. Milano, 1972.
* F. Bellonzi. Monet al Jeu de Paume. Novara, 1981.
* M. Gemin. Monet. Bologna, 1987.
* P. Pool. Impressionismo. Milano, 1988.
* F. Arcangeli. Monet. Bologna, 1989.
* G. G. Lemarie. Monet. Firenze, 1990.
* S. Scroccati. Claude Monet. La vita e le opere. Milano, 1992.
* Y. Taillandier. Monet. Milano, 1993.
* D. Wildenstein. Monet. Milano, 1995.
* I. Del Secco Cappelli. Monet. Firenze, 1996.
* C. Zambianchi. Claude Monet dagli esordi alla crisi dell’Impressionismo. Roma, 2000.
* C. Heinrich. Claude Monet 1849 – 1926. Milano, 2001.
* R. Tassi – V. Gavioli. Monet. Milano, 2003.
* G. Mori – S. Zancanella. Claude Monet. Lettere da Giverny. Conegliano, 2004.
* F. Nicosia. Monet. Firenze – Milano, 2005.



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Tobi-Akapawa
view post Posted on 4/9/2007, 12:14




A me piacciono tutti gli impressionisti!Forse Degas è il mio preferito...ah poi anche i macchiaioli!
 
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cymoril
view post Posted on 4/9/2007, 12:43




le opere di degas



Edgar Degas (il suo vero cognome era De Gas) (Parigi, 19 luglio 1834 – Parigi, 27 settembre 1917) è stato un pittore e scultore francese.

La maggior parte delle opere di Degas possono essere ascritte al grande movimento dell'Impressionismo, nato in Francia verso la fine del diciannovesimo secolo in reazione alla pittura accademica dell'epoca. Gli artisti che ne facevano parte come Claude Monet, Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Mary Cassatt, Berthe Morisot, Camille Pissarro, stanchi di essere regolarmente rifiutati al Salone Ufficiale si erano riuniti in una società anonima per mostrare la loro arte al pubblico. In genere le caratteristiche principali dell'arte impressionista sono il nuovo uso della luce e i soggetti all'aria aperta. Queste caratteristiche non sono sempre applicabili a Degas: anche se lui fu uno dei principali animatori delle mostre impressioniste, non trova un giusto posto nel movimento che asseriva la libertà di dipingere. Ai dipinti all'aria aperta egli preferiva, « ciò che non si vede più nella memoria ». Dirà un giorno a Pissarro : «Voi avete bisogno di una vita naturale ; io di una fittizia. »

Anche se Degas fece parte ufficialmente degli impressionisti, non era però a loro unito per i tratti distintivi della pittura. La sua situazione d'eccezionalità non sfuggì ai critici di allora: anche se il suo modernismo imbarazzante veniva messo in evidenza, fu il meno controverso degli artisti francesi dell'epoca.

Degas, un borghese parigino di Montmartre [modifica]

Figlio del ricco banchiere Auguste De Gas e di Célestine Musson, Edgar Degas cresce in ambiente borghese raffinato. ha quattro fratelli e gode di un'infanzia dorata.

Dopo la laurea, inizia a frequentare il Cabinet des Estampes della Biblioteca Nazionale. Disegnatore instancabile, qui copia le opere di Albrecht Dürer, Andrea Mantegna, Paolo Veronese, Francisco Goya, Rembrandt. Trascorre le giornate al Louvre, affascinato dai pittori italiani, olandesi e francesi. Nel 1854, frequenta lo studio di pittura di Louis Lamothe, allievo assai mediocre di Dominique Ingres e fratello di Flandrin. Da parte sua, suo padre, raffinato estimatore d'arte e di musica, gli presenta, qualche anno più tardi, alcuni dei più grandi collezionisti di Parigi, come Lacaze, Marcille, e Valpinçon.

Nel 1855, inizia a seguire dei corsi alla Scuola delle Belle Arti di Parigi; nel frattempo, preferendo avvicinarsi direttamente all'arte dei grandi maestri classici quali Luca Signorelli, Sandro Botticelli e Raffaello, viaggia spesso tra il 1856 e il 1860 in Italia, dapprima con la famiglia a Napoli e poi a Roma e Firenze, dove diventa amico del pittore Gustave Moreau.

Tra le opere giovanili troviamo alcuni dipinti d'ispirazione neoclassica ma soprattutto numerosi ritratti di membri della sua famiglia. Dal 1865 al 1870, Degas propone le sue opere al Salon. Dal 1874 al 1866, Degas, invece le invia alle mostre impressioniste partecipando attivamente all'organizzazione delle stesse. In questo modo stabilisce molti contatti con pittori della sua generazione, in particolar modo con Pissarro ma anche con i giovani artisti dell'avanguardia.

Malgrado i viaggi in provincia e all'estero, è soprattutto Parigi che conta per Degas - e in particolare Montmartre. Frequenta cenacoli, studi di pittura, caffè letterari e conduce, con pochi intimi amici borghesi, una vita da celibe arrogante. Delle sue origini raffinate, conserva la riservatezza e il rispetto dei principi. La delicatezza del cuore e l'intransigenza morale gli valgono la stima di chi ha intorno. Partecipa attivamente alle discussioni nelle riunioni dei giovani artisti dell'avanguardia e del suo amico Édouard Manet al café Guerbois.

A partire dal 1875, a seguito di numerose difficoltà materiali, la pittura diventa il suo mezzo di sostentamento. Negli anni intorno al 1880, quando inizia a perdere la vista, Degas privilegia la tecnica del pastello, alla quale a volte mescola la matita e la tecnica a guazzo (gouache). I quadri di questo periodo testimoniano un lavoro molto moderno sull'espressività del colore e della linea. Alla fine del 1890, quasi cieco, si consacra esclusivamente alla scultura che già praticava da una dozzina d'anni, trasferendo i suoi soggetti preferiti in cera. La mostra di ventisei paesaggi, che presenta nell'ottobre 1892 alla galleria Durand-Ruel, è la sua prima ed ultima mostra personale. A partire dal 1905, il pittore si ritira sempre più nel suo studio, lottando contro la cecità che avanza. Quasi completamente cieco, Degas muore di una congestione cerebrale a Parigi 27 settembre 1917, all'età di 83 anni. Viene seppellito al cimitero di Montmartre. L'anno successivo, le opere accumulate nel suo studio e la sua importante collezione sono vendute all'asta.

Il fallimento della famiglia (la morte del padre, i problemi finanziari di suo fratello Achille), il suo carattere difficile, lo spirito mordace, le battute feroci, le sue posizioni spesso intransigenti, la progressione inesorabile dei problemi agli occhi, hanno contribuito ad accentuare la misantropia così spesso denunciata di questo vecchio scapolo. Nonostante questo, la sua reputazione è stata spesso esagerata. Molti indizi provano che, anche vecchio, continuava ad interessarsi alla creazione, ricevendo gli artisti nel suo studio fino al trasloco avvenuto nel 1912.

Dall'ammirazione per Ingres alla passione per Delacroix [modifica]

La collezione personale di Degas era principalmente dedicata all'arte francese del diciannovesimo secolo e in particolare a Ingres e Delacroix, due artisti meravigliosamente rappresentati tanto in quantità quanto in qualità. A più riprese Degas ha ammesso l'ammirazione che aveva per l'arte dei due grandi maestri, per le loro tecniche ma anche per la loro cultura artistica. Attraverso le loro opere, Degas rivedeva i maestri del passato e consolidava la cultura classica.

Ingres: la tradizione del disegno [modifica]

L'influenza di Ingres fu certamente preponderante negli anni giovanili. A ventuno anni, il giovane riesce ad incontrare il vecchio maestro nel suo studio. Lo stesso anno copia con passione le opere presentate nella retrospettiva consacrata ad Ingres. Dipinto in questo periodo, il primo grande autoritratto di Degas fa chiaramente riferimento a quello di Ingres del 1804. Il giovane artista non si è rappresentato con la pittura ma con il disegno, con un porta carboncino in mano, ricordandosi forse i consigli che Ingres gli dava: «Disegnate delle linee, tante linee, e diventerete un bravo artista.»

Anche alla fine della carriera, Degas non abbandona l'approccio accademico che consiste nel mettere in cantiere una composizione con l'aiuto di disegni preparatori e soprattutto con lo studio dal vivo con modelle. Nello stesso modo in cui prepara i suoi quadri storici, egli spesso fa ricorso al disegno per le scene ispirate alla vita moderna. Continua ad applicare i precetti di Ingres. Ricordandosi dei nudi femminili di Ingres come la « Baigneuse Valpinçon », disegna le donne alla toeletta.

Delacroix: il colore e il movimento [modifica]

Degas ammira le opere che Eugène Delacroix presenta al Salon del 1859 e studia la sua pittura, iniziando una copia ad olio della « Entrée des Croisés à Constantinople ». Ormai, Degas si appresta a riconciliare colore e disegno, movimento e struttura, realizzando la sintesi delle diverse influenze che continua a raccogliere.

in quest'ultimo periodo, Degas fa in effetti sempre più ricorso a colori eclatanti, persino urlanti e alle armonie dei colori complementari. Degno successore di Delacroix, libera la tavolozza da tutte le costrizioni per dipingere come lui diceva «un'orgia di colori». Nel 1889, Degas viaggia a Tangeri sui passi del suo illustre predecessore.

La tecnica e i soggetti di Degas [modifica]

1853-1873: l'invenzione di una «nuova pittura» [modifica]

Durante i primi vent'anni della sua carriera, Degas esperimenta tutti i generi. Ha subito una predilezione per i ritratti. In questi quadri, gli accessori prendono a volte tanta importanza che le opere sono a metà tra ritratto e natura morta. Fu in grado di comporre grandi tele ambiziose come « La famille Belleli ». Agli inizi del 1860, Degas affronta il genere della pittura storica, ricorrendo in maniera molto personale a diverse fonti di ispirazione. Non abbandona per il momento la pittura di genere, appassionandosi molto presto alle corse dei cavalli, poi alla danza, l'opera, i caffè-concerto, e la vita quotidiana. La danza è un soggetto che segnerà indelebilmente la carriera di Degas. Egli era ammirato da quelle ballerine che illuminavano la scena. Erano, per lui, come stelle dalle quali lo sguardo non poteva staccarsi. Le dipingeva mentre si preparavano, dietro le quinte e durante le loro esibizioni. Degas andava sul posto per rappresentare al meglio i minimi dettagli. Ed è per questo che i suoi quadri sono così toccanti.

Per queste scene di vita moderna, a volte ha fatto ricorso ad effetti luminosi espressivi e ha usato inquadrature audaci ed ingegnose. Il genere del paesaggio è certamente quello che Degas ha usato di meno, anche se ha eseguito una serie circoscritta di paesaggi a pastello.

Infine, i primi tentativi di scultura anche se marginali rispetto agli oli su tela, danno comunque l'avvio ad una «nuova pittura» che si svilupperà nel decennio successivo.

1874-1886: il periodo delle mostre impressioniste [modifica]

Nel 1874, di ritorno da Parigi dopo un viaggio a New Orleans, Degas inizia a farsi conoscere. Fino a quel momento non era molto noto, malgrado il ruolo di capofila che occupava con Manet tra gli artisti del café Guerbois. Alla seconda mostra, Degas viene notato dai critici che lo lodano o lo denigrano per il realismo del suo lavoro. La difesa del «movimento realista», per riprendere una sua espressione, è ancora molto lontana in quegli anni

Alcuni temi nuovi, come le stiratrici, le modiste o le femmine alla toeletta, fanno la loro apparizione in questo periodo. Coltivando il gusto per le sperimentazioni tecniche, egli ricerca mezzi di pittura inediti. Così, nel 1877, egli presenta una serie di monotipi, a volte con l'aggiunta dei pastelli, che testimoniano di una economia di mezzi e di una libertà di fattura davvero innovatrici.

Questo periodo della vita di Degas è dunque segnato da innovazioni tecniche che vanno di pari passo con le innovazioni formali: Degas moltiplica i punti di vista audaci, con riprese dall'alto o dal basso (vedere « Miss Lala au cirque Fernando »). Godendo della spontaneità che gli permette il lavoro del pastello, egli ricerca effetti luminosi e colorati molto originali, applicandoli, per esempio, ai nudi molto realisti del 1886 per tradurre le vibrazioni della luce sui corpi delle donne.

Dice allora a proposito dei suoi nudi: «Finora il nudo è stato presentato in pose che supponevano la visione da parte di un pubblico. Ma le donne non sono persone semplici... Io le mostro senza civetteria, allo stato di bestie che si lavano.» E' per questo motivo che spesso è stato accusato di misoginia: per la volontà deliberata di insultare la bellezza delle donne piuttosto che per l'estremo desiderio di una implacabile veridicità anatomica, quale traspare dal suo approccio.

1887-1912 :oltre l'Impressionismo [modifica]

Per circa trent'anni, già anziano, Degas non smette di rinnovare la sua arte. Lavorando sempre di più in serie, declina i suoi temi familiari. Non interessandosi in modo particolare al paesaggio, è sempre affascinato dalle danzatrici e sempre di più dalle donne alla toeletta che si lavano, si pettinano o escono dal bagno. Per ritrarre queste figure femminili, Degas tende a privilegiare i colori vivi e intensi, contrapponendoli, senza paura di sfociare in armonie violente («La coiffure»)

Spesso si è spiegato l'evoluzione della tavolozza dell'artista con l'aggravarsi delle sue condizioni di vista. L'uso di questi colori audaci è indissociabile dall'affermazione della potenza espressiva della linea. Degas non trascura mai la struttura formale: per mettere su tela le sue composizioni, a volte ricorre ad un disegno sottostante a carboncino e utilizza regolarmente disegni preparatori. L'uso intenso che fa della scultura partecipa allo stesso modo a questo desiderio di non trascurare la struttura formale, cercando per ogni figura il giusto movimento e l'equilibrio dei volumi.

Ciò che bisogna ricordare di Degas [modifica]

Degas padroneggia gli accorciamenti ellittici, la pratica dei primi piani, il gusto dell'osservazione dall'alto in basso o dal basso in alto, le opposizioni irregolari, le variazioni sul tema del controluce. Egli inventa un ruolo nella suggestione dello spazio di splendide tavolozze schizzate di luce, distribuisce sottilmente i rapporti dei riflessi, le fonti di luce, attento agli schiarimenti imprevisti che gettano chiazze di luce sui visi. L'artista osa tagliare, sezionare. Sa fare la sintesi di una serie di movimenti, i gesti che egli suggerisce con un disegno sempre più rapido hanno un sorprendente valore espressivo.

In riferimento alla sua fedeltà alle regole classiche come pure alle sue innumerevoli innovazioni, si può affermare che Degas abbia gettato un ponte tra due epoche, legando il passato al presente.

Anche se celebre, Degas resta a tutt'oggi meno amato rispetto a Vincent Van Gogh, a Paul Gauguin e anche a Henri de Toulouse-Lautrec, e non gli si dà l'importanza data a Paul Cézanne. C'è da dire che i posteri, in questo modo, esaudiscono il suo desiderio: « Vorrei essere famoso e sconosciuto. »

Opere [modifica]
La classe de danse
La classe de danse

* Autoritratto (1854-1855)
* La famiglia Bellelli (1858-1867)
* Giovani spartane (1860-1862)
* Semiramide alla costruzione di Babilonia (1860-1862)
* Ritratto del pittore Bonnat (1863 circa)
* Donna con crisantemi (1865)
* Ritratto di James Tissot (1866-1868)
* Cavalli da corsa davanti alle tribune (1866-1868)
* Ritratto di giovane donna (1867)
* Ritratto di Mademoiselle E.F. (1867-1868)
* L'orchestra dell'Opéra (1868 circa)
* Édouard Manet e la moglie (1868-1869)
* Case sul mare (1869)
* Lorenzo Pagans e Auguste de Gas (1869 circa)
* Marie Dihau al piano (1869-1872)
* Jeantaud, Linet et Lainé (1871)
* La classe di danza (1871-1874)
* Carrozza alle corse (1872)
* Il mercato del cotone a New Orleans (1873)
* La pédicure (1873)
* Prove di balletto in scena (1874)
* Fantini a Longchamp (1874 circa)
* Gli orchestrali (1874-1876)
* Prova di balletto (1874-1877)
* Lavandaia (1875)
* Henri Rouart davanti al suo stabilimento (1875 circa)
* Madame Jeantaud allo specchio (1875 circa)
* Ballerina in posa per il fotografo (1875 circa)
* L'assenzio (1875-1876)
* Il caffè-concerto agli Ambassadeurs (1877)
* Ballerina con bouquet sulla scena (1877 circa)
* Ballerina con bouquet (1877 circa)
* Donne in un caffè (1877)
* Carrozza alle corse (1877-1880)
* Amici del pittore dietro le quinte (1879 circa)
* Mademoiselle La La al Circo Fernando (1879)
* Ritratto di Diego Martelli (1879)
* Dalla modista (1882 circa)
* Ballerine (1883)
* Donna che fa il bagno (1883 circa)
* Dopo il bagno (1884)
* Ritratto di Mary Cassatt (1884 circa)
* Le stiratrici (1884 circa)
* Nel negozio di cappelli (1885 circa)
* La tinozza (1886)
* Donna che si asciuga il piede (1886)
* Paesaggio in riva al mare (1892 circa)
* L'acconciatura (1892-1895)
* Donna che si asciuga il collo (1895-1898)
* Ballerine dietro le quinte (1897 circa)
* Ballerine alla sbarra (1900 circa)
* Tre danzatrici (1900 circa)

Musei [modifica]
L'assenzio
L'assenzio

Elenco dei musei che contengono opere dell'artista:

* Albright-Knox Art Gallery di Buffalo
* Art Gallery dell'Università di Yale
* Art Institute di Chicago
* Brooklyn Museum of Art di New York
* Burrell Collection
* Carnegie Museum of Art di Pittsburgh
* Collezione Bührle di Zurigo
* Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma
* Guggenheim Museum di New York
* Institute of Arts di Minneapolis
* Metropolitan Museum of Art di New York
* Municipal Museum of Art di Kitakyushu
* Musée Bonnat di Bayonne
* Musée d'Art ed D'Historie di Neuchâtel
* Museo d'Orsay di Parigi
* Musée des Beaux-Arts di Lione
* Musée des Beaux-Arts di Pau
* Museo del Louvre di Parigi
* Musée Marmottan Monet di Parigi
* Museum of Art di Baltimora
* Museum of Art di Cleveland
* Museum of Art di Dallas
* Museum of Fine Arts di Boston
* Museum of Modern Art
* Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo
* Museo Puškin di Mosca
* Narodni Muzej di Belgrado
* National Gallery di Londra
* National Gallery di Washington
* National Gallery of Scotland di Edimburgo
* Neue Pinakothek di Monaco
* Norton Simon Museum di Pasadena
* Phillips Collection di Washington
* Reggia di Caserta
* Städelsches Kunstinstitut di Francoforte
* Kunsthaus di Zurigo

Curiosità [modifica]

* A Degas è stato intitolato il cratere Degas, sulla superficie di Mercurio.
 
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Tobi-Akapawa
view post Posted on 4/9/2007, 12:45




Si brava scusa non l'avevo messo!Le ballerine mi piacciono troppo!!! :mio:
 
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soulblade17
view post Posted on 4/9/2007, 13:05




pollock tutta la vita!!!!!



Jackson Pollock (Cody, 28 gennaio 1912 – Long Island, 11 agosto 1956) è stato un pittore statunitense.

Sulla sua figura nel 2000 è stato girato il film biografico Pollock, diretto ed interpretato da Ed Harris, che racconta con dovizia di particolari gli ultimi due anni della vita e della parabola artistica del pittore.


Biografia
Ultimo di cinque fratelli, nacque a Cody, nel Wyoming. Suo padre Leroy, detto Roy, non aveva un impiego fisso e si spostava continuamente da una località all'altra, dalla California all'Arizona, lavorando di volta in volta come agricoltore, muratore, pastore, guida turistica e direttore d'albergo.
Quindi la famiglia dell'artista crebbe sotto la guida della madre, Stella May McClure, donna oppressiva, esigente e protettiva nei confronti dei figli, tutti molto viziati specialmente Jackson che era il più piccolo.
Subendo il suo atteggiamento nevrotico riversò queste frustrazioni in molti suoi dipinti, ebbe una giovinezza inevitabilmente difficile, condizionata da un carattere volubile ed introverso e da violenti attacchi di collera, a causa dei quali venne espulso due volte dalle scuole superiori.

Nel periodo inquieto della prima adolescenza ebbe un'infatuazione per la teosofia mistica e specialmente per le dottrine di Jiddu Krishnamurti, un mistico indù che viveva in California, secondo il quale la felicità poteva essere raggiunta solo attraverso la scoperta e la coscienza di sé, insegnamenti che influenzarono profondamente l'artista per tutta la vita.

Nel 1930 si stabilisce con i fratelli maggiori a New York, in Greenwich Village; qui si iscrive all'Art Students’ League, dove subisce l'influenza del pittore Thomas Hart Benton.
I due diventarono amici e Benton incoraggiò e accentuò il suo carattere da cow-boy che già gli aveva procurato problemi alle scuole frequentate precedentemente.
Pollock cominciò allora ad aggirarsi nel Greenwich Village con fare spavaldo da cowboy metropolitano.
Benton beveva a dismisura e Pollock presto lo imitò con entusiasmo, iniziando la rapida discesa verso l'alcolismo.

Nel 1935 è tormentato da crisi depressive e si rifugia nell'alcol quando Benton lascia NewYork.
Riesce comunque a guadagnarsi da vivere lavorando per il "Federal Arts Project" istituto dalla Works Progress Administration (WPA), una delle tante iniziative prese dal Presidente Roosevelt durante il New Deal per combattere la disoccupazione.
Nel 1938 viene licenziato per abuso di alcol ed in seguito ricoverato in ospedale a White Plains, dove rimase in clinica per circa quattro mesi passando tutto il tempo, forse anche come terapia, a riempire interi quaderni con schizzi e disegni a fondo psicosessuale.

Uscito dall'ospedale cominciò a ricomporre i pezzi della sua vita, infatti nel 1939 segue una terapia di psicanalisi junghiana che non riuscì a curarlo dall'alcolismo, ma lo convinse, lui che era piuttosto inibito sul piano della comunicazione verbale, a esprimere le sue paure inconsce con una lunga serie di disegni surrealisti.

In questi anni incontra John Graham, uno dei sovrintendenti del Metropolitan Museum of Art che adorava l'arte primitiva e riteneva che i disturbi della sua personalità rivelassero la sua profonda sintonia con le verità mistiche e non con la realtà terrena.
E su questa convinzione si fondò la nuova immagine pubblica di Pollock come artista sciamano.

Nel 1941 Graham gli presentò Lee Krasner, un'ebrea russa cresciuta a Brooklyn, ben introdotta in quell'ambiente artistico in cui Pollock non aveva ancora messo piede.
In breve si innamorarono e grazie a lei l'artista riuscì ad occupare una posizione di un certo rilievo nel mondo artistico e culturale newyorchese.

Due anni dopo conobbe la collezionista Peggy Guggenheim, che volle a tutti i costi un quadro di Pollock per la mostra che si tenne in primavera; l'opera era "Stenographic Figure", questo quadro vene accolto con grande favore dalla critica.
Allora Peggy decise di allestire la prima personale di Pollock nel novembre del 1943 e buona parte della critica reagì con toni addirittura entusiastici.
Fra il 1943 ed il 1947, la Guggenheim organizzò altre tre mostre e la reputazione di Pollock salì alle stelle, ma il favore della critica non contribuì a fargli vendere molti quadri né allora né in seguito.

Nel 1945 sposa Lee Krasner e si stabilisce a Long Island in una fattoria.
L'anno successivo ristruttura un granaio e ne ricava il suo studio; esplora la tecnica di far "sgocciolare" il colore da tubetti e barattoli.

Nel 1947 la galleria di Peggy Guggenheim chiude, ma Peggy convinse Betty Parsons, la cui influenza nel mondo artistico era leggendaria, a diventare l'agente di Pollock.
Purtroppo Betty non riuscì a far guadagnare molti soldi all'artista che alla fine decise di rivolgersi a Sidney Janis, famoso artista e surrealista, nel 1952.
Janis ebbe maggior fortuna e riuscì a far lievitare i prezzi, ma l'artista non raggiungerà mai la tranquillità economica.

Nel 1950 e 1951 il fotografo Hans Namuth gira due film documentari su di lui al lavoro nel suo studio (per il secondo dei quali il commento musicale fu composto da Morton Feldman).

Purtroppo, nel 1955, riprende a bere e la sua produzione artistica ne risente.
Sempre in questo periodo intreccia una relazione con la modella Ruth Klingman.

Nel 1956 Lee parte per l'Europa e Ruth si trasferisce nella fattoria di Long Island.
La sera dell'11 agosto Pollock perse il controllo della sua spider uscendo di strada; catapultato fuori dall'abitacolo si schiantò contro un albero, ponendo fine ad una carriera fra le più straordinarie nella storia dell'arte moderna.
In auto con lui c’erano Ruth Kligman, che rimase ferita, ed un'amica che morì sul colpo.

Nel 2000, Richard Taylor ha mostrato come i suoi quadri riflettano alcune proprietà dei frattali, come l'omotetia interna, introdotte nella Matematica solo negli anni 1970 da Benoit Mandelbrot.

Nel 2006 il suo quadro No. 5 del 1948 viene venduto per la cifra di 140 milioni di dollari, stabilendo il record mondiale negli acquisti di dipinti.


Attività artistica
Pollock riempì tre quaderni con schizzi e disegni verso la fine degli anni '30.
I primi due contengono schizzi di quadri di Pieter Paul Rubens, Tintoretto, El Greco e Michelangelo.
Il terzo quaderno contiene diciotto disegni a matita semi-astratti, ispirati a José Clemente Orozco, Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros.

Nel 1939, dopo un ricovero in ospedale per alcolismo, Pollock conosce il Dr. gJoseph Henderson, un giovane psicanalista junghiano.
Da questo incontro nasce una serie di dipinti che ritraevano mostri, animali fantastici, grottesche forme umane e figure totemiche vagamente ispirate alle opere dei pittori surrealisti europei.

Nel 1947 ormai Pollock era un'artista molto affermato e proprio in questo periodo comincia ad abbandonare la pratica di stendere il colore sulla tela con il pennello ed inizia a versare la vernice direttamente dal barattolo o a cospargere il pennello (o un bastoncino) di colore e poi "sgocciolare" sulla tela: da qui il termine "sgocciolamento" (in inglese: dripping o Drip painting).
Intorno al 1950 il pittore si impone all'attenzione del pubblico con le sue opere più imponenti: i "Drip painting" che suscitarono scalpore provocando reazioni contrastanti.
La prima persona a commissionargli un'opera così grande fu Peggy Guggenheim, desiderosa che Pollock dipingesse un murale nel suo appartamento di Manhattan.
Il pittore surrealista Marcel Duchamp suggerì a Pollock di dipingerlo su tela invece che su intonaco, in modo da poterlo eventualmente staccare e rivenderlo.
Per mesi non riuscì a dipingere niente, poi in una sola notte creò il capolavoro intitolato "Mural".


Musei
Elenco dei musei che espongono opere dell'artista:

Art Gallery dell'Università di Yale
Art Gallery of Ontario
Carnegie Museum of Art di Pittsburgh
Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma
Metropolitan Museum of Art di New York
Museum Folkwang di Essen
Museum of Art di Baltimora
Museum of Modern Art di New York
Museum of Modern Art di San Francisco
National Gallery di Washington
National Gallery of Australia di Canberra
Peggy Guggenheim Collection di Venezia
Pollock-Krasner House di Long Island
Tate Gallery
 
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-Hizashi-
view post Posted on 4/9/2007, 15:32




Umh il link non funziona...
 
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solesilenzioso83
view post Posted on 15/9/2007, 21:01




io adoro salvador dalì, munch, klimt, de chirico e guttuso(il mio preferito comunque è dalì )

in questo periodo mi stò avvicinando a tuttaltro genere, sto rivalutando pittori come botticelli e leonardo da vinci...sarà che quest'estate sono andata in giro per l'italia riscoprendo le nostre bellezze!
 
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clitemnestra83
view post Posted on 16/9/2007, 12:47




adoro l'arte. e adoro van gogh oltre ogni limite. :lucidi:

provvedo subito a linkare:
http://www.desmm.com/wp-content/van_gogh.jpg
http://www.homagetoart.com/VanGogh01.jpg
http://www.graficainlinea.com/images/Vince...%20stellata.jpg
http://www.penwith.co.uk/artofeurope/van_g..._with_crows.jpg
http://www.francescodebenedetto.it/images/...gogh/camera.jpg (questa l'ho vista di persona a parigi. è stata un'emozione incredibile.)


quello che mi ha sempre colpito di questo uomo/autore è tutta la tensione maledetta, tutto il pathos, tutta la vita che c'è anche in un ramo, in un ciuffo di foglie, in un lembo di coperta. meraviglia.

_____

BIOGRAFIA:

Vincent Van Gogh era figlio di un pastore protestante perennemente oppresso dalle preoccupazioni di famiglia. Fin da ragazzo l'artista manifestò inclinazioni inquiete e tormentate. La sua breve vita (morì a 37 anni) fu un continuo alternarsi di grandi entusiasmi e forti depressioni. L' inizio della sua formazione artistica risale al 1869 ,presso la casa d'arte Goupil a L'Aia. A Londra si innamora perdutamente della figlia della sua padrona di casa,ma si tratta di un amore non corrisposto. Lei era già segretamente fidanzata e lo respinse più volte.Il fratello Théo e i famigliari restarono fortemente colpiti dal senso di tristezza e dalle turbolenze psichiche di Vincent dovute alla delusione d'amore. Quel tipo di sofferenza esaltò il suo sentimento religioso. Tuttavia continuò gli studi d'arte,questa volta a Parigi. Entrò nella galleria Goupil.Svolse una vita solitaria, frequentò i musei, studiò Corot,Ruysdael,Millet, ma non ebbe alcunn contatto con i giovani impressionisti.Presto si dimise dalla galleria probabilmente perchè ossessionato da una vocazione religiosa.Il fratello Théo cercò di convincerlo ad occuparsi solo di pittura,ma Vincent preferì tornare a Londra, dove frequentò un pastore-predicatore. Da lì a poco anche Van Gogh, proprio perchè venuto a contatto con derelitti della società e con i luoghi della miseria,decise di farsi pastore. Tornò dai suoi a Etten ed iniziò gli studi di teologia, ma lo scarso fervore evangelico lo spinse ad interrompere gli studi per darsi alla predicazione presso i minatori del Borinage,gente con la quale condivise la loro misera esistenza.Ma non ne trasse che delusione ed insuccessi, così decise di abbandonare la predicazione, che perchè in quel periodo si rifece viva imperiosamente la sua vocazione artistica,ma questa volta doveva consumarvi l'intera esistenza. Realizzò un grandissimo numero di disegni ,e dipinse alcune tele senza abbellimenti:rozze figure pesantemente modellate,da aspetti cupi ancora ispirati dai suoi intenti umanitari e caratterizzati da una matrice compassionevole: vecchi,uomini e donne,contadini,pescatori,mendicanti.Opere come i "Mangiatori di patate" realizzate con una stesura pittorica piatta e spessa,senza squilli di colore,ma solo tonalità oscure e profonde,che ancora non manifestano apertamente il percorso della sua geniale e innovativa ricerca artistica.

Nell'estate del i881 Vincent vive un'altro amore infelice:s'innamora di una sua giovane cugina rimasta vedova con un bambino.La donna si trovava in visita dai genitori di Van Gogh.Vincent le chiese di sposarla,ma lei lo respinse.

Nel novembre del 1885 Van Gogh tornò a studiare all'accademia di Anversa.In quel periodo si entusasmò delle stampe giapponesi.Successivamente il fratello Théo,che sin dagli inizi aveva compreso il grande talento di Vincent e che lo sostenne fino all'ultimo, gli chiese di andare a Parigi, allora capitale indiscussa dell'arte, dove sarebbe stato facile avere contatti con importanti artisti delle avanguardie.

Così a Parigi, Van Gogh conobbe Bernard,Toulouse Lautrec,Pisarrò, il giovane Seurat e soprattutto Gauguin. Ben presto l'arte di Van Gogh subì un mutamento profondo: i colori della sua tavolozza si schiarirono con una gamma cromatica vicina a quella degli impresionisti,ma anzichè adottare una stesura "a virgola" tipica degli impressionisti,l'artista preferì una tecnica a colpetti di pennellate di un certo spessore,interrotte e punteggiate, vicine piuttosto alla maniera di Seurat e dei neo impressionisti.Da lì a poco la ricerca artistica di Van Gogh si spinse impetuosamente in avanti, svolgendosi in tappe rapidissime,quasi verso soluzioni estreme. Si può dire che già dalle opere parigine del 1887 sono caratterizzate da una cromia accesa e da un impasto notevolmente accentuato e si tratta di connotazioni stlistiche che anticipano e fondano la ricerca espressionista. Ma la sua vena artistica più personale ed estrema raggiunge l'apice durante il soggiorno ad Arles (febbraio 1888 - maggio 1889), il periodo del sodalizio con Gauguin , vissuto con una grande tensione interiore per certi versi anche drammatica più che altro per i suoi disordini mentali.

In questo ultimo e risolutivo periodo Van Gogh, sebbene si ritrovi fisicamente stremato per le suo condizioni mentali, continua a lavorare con dedizione totale,incessantemente ,dipingendo un elevato numero di tele.Si tratta di una produzione che raggiunse risultati differenti rispetto al percorso dell'impressionismo, ma anche dalla linea di Cézanne e dello stesso Gauguin. L'artista si mantiene rigorosamente allo schema evidente delle cose per trasportarle direttamente sulla tela con una esatazione sia cromatica sia in relazione alla componente materica.

Ma proprio ad Arles, durante il soggiorno di Gauguin ,da lui stesso invitato, scoppiò una crisi e durante una lite tentò di uccidere Gauguin.Poi si recide un orecchio e lo invia per dono ad una prostituta del paese.

Nel 1889 Van Gogh fu ricoverato nella casa di cura di Saint-Rémy , dove trascorse un anno caratterizzato da periodi tranquilli e forti crisi depressive, che tuttavia non gli impedivano di continuare a dipingere senza sosta. Tra le molte opere dipinse "Cipressi" , "Campo di grano con cipressi" ,"Paesaggio con burrone" .

L'unico riconoscimento artistico gli arrivò nel 1890 solo tramite un articolo apparso sulla rivista Mercure de France , nel quale venne fatta un'analisi accurata della sua opera con palesi apprezzamenti.

Nel maggio di quello stesso anno le condizioni di salute dell'artista risultarono notevolmente migliorate.Così , dopo una breve sosta a Parigi, Van Gogh si stabilisce ad Auvers-sur Oise, dove potè muoversi liberamente,ma sempre controllato dal dottor Gaschet. Le ultime opere dell'artista sono caratterizzate da una notevole limpidezza cromatica ma da stesure vorticose e unitarie. (La chiesa di Auvers,Paesaggio con carro, Campo di grano con corvi).

In quei giorni girava tra i campi senza la sua attrezzatura da pittore,ma con una rivoltella per sparare ai corvi.Nell'ultima lettera inviata al fratello Théo manifestò le sue sensazioni sulla inutilità della vita.

Il 27 luglio di quell'anno, ebbe nuovamente una crisi e si suicidò sparandosi al petto.Il proiettile non colpì il cuore,così Van Gogh ebbe la forza di ripercorrere il tragitto fino alla sua camera.Soltanto la sera i coniugi Ravoux , insospettiti dalla sua assenza, salirono in camera e scoprirono tutto.Chiamarono il dottor Gachet il quale dopo aver ritenuto impossibile estrarre la pallottola contattò il fratello Théo.L'indomani Théo trovò Vincent disteso sul letto,come se nulla fosse,che fumava la pipa.I due parlarono per tutto il giorno.Théo si stese sul letto accanto a Vincent,che morì alcune ore dopo.



Edited by clitemnestra83 - 16/9/2007, 15:00
 
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.°*°.Madoka.°*°.
view post Posted on 16/9/2007, 13:28




RGASSUOLE.. POSTATE DEI LINK CON IMMAGINI O CRITICHE :P
 
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fèng_chì
view post Posted on 5/2/2008, 18:22




Hayez.
 
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tessen
view post Posted on 5/2/2008, 19:41




non lo conosco
mi consiglieresti qualche quadro?
 
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ywpopip2311
view post Posted on 24/8/2012, 12:10




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13 replies since 31/8/2007, 20:28   9804 views
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